Aspettiamo tutti il treno.

PENSIERI CHE VIAGGIANO

 

 

Aspettiamo tutti il treno che arriverà, tutti alla stessa fermata, nello stesso momento eppure ognuno diviso dall’altro, dai propri pensieri, dalle proprie paure, da emozioni interiori positive e negative.

Perfino il corpo rimane influenzato dalle nostre stesse pulsioni e di rimando ci ritroviamo a fare gesti scattosi in preda all’irritazione di prima mattina o troppo lenti da chi proprio non ce la fa al pensiero di dover affrontare la giornata.

Molti si chiudono in un loro mondo, riescono a ritagliarsi un angolo di vagone per leggere, giocare col cellulare, recuperare qualche minuto di sonno perso a causa della sveglia, immagazzinare file musicali per le proprie orecchie.

 

C’è chi ti sfiora appena e subito ti fa le sue scuse e chi all’eccesso cerca di incastrarsi come può a vagone pieno come se stesse giocando ai Puzzle..umani, a forza di spinte e toccamenti, ma questo è il segno che il rapporto tra l’Io e l’Altro sta cambiando paradossalmente.

 

Io per un attimo voglio emulare quel famoso professore protagonista del film L’ATTIMO FUGGENTE

che stando in piedi  sulla cattedra invitava a salire i propri alunni incoraggiandoli a guardare le cose da nuovi punti di vista.

 

ALZATE LO SGUARDO, RADDRIZZATE LE SCHIENE,SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA; TUTTI PIU’ O MENO ALLO STESSO LIVELLO,TUTTI SOTTO IL MEDESIMO CIELO.

 

Mi è capitato di provare in certe situazioni sentimenti di simpatia e di curiosità, spesso sensazione di tenerezza per questa massa di persone accalcate alle fermate aspettando di condividere tutti insieme un tragitto, un percorso che porterà ad alcuni verso il lavoro, chi allo studio, chi la mèta da visitare.

 

E’ la Vita, il tragitto universale che ognuno compie insieme ai suoi simili, questo mi viene da pensare per similitudine.

Sotto quei panni, quei mezzi sorrisi o quei bronci si nascondono storie complicate, emozioni, sentimenti, anime che hanno bisogno di essere semplicemente ascoltate e amate.

 

Chissà  quanti talenti nascosti che forse non verranno mai scoperti.

Chissà quante persone nel vagone o alla fermata per me sconosciute stanno facendo nel loro piccolo qualcosa di straordinario sul posto di lavoro, in famiglia, per la società…Ma si, forse proprio quel tizio che se la dorme col giornale in mano e la barba incolta o quella donna con l’aria pensante che scrive, scrive, scrive.

Riflettiamoci

 

 

 

Tu, viandante come me

 

 

Il viandante è fermo, si concede una sosta. 

C’è frescura stamattina nella metropoli.

Una panchina vuota, sto seduto. Sto seduto attento agli altri viandanti che passano per la via e si incontrano da destra a sinistra e viceversa. Si incrociano. Qualcuno si saluta, altri si osservano ma tutti sul medesimo marciapiede.

Se ogni viandante con la mente e col cuore si guardasse negli occhi, anche se sconosciuto in apparenza, noterebbe qualcosa di familiare in quel sorriso accennato, in quello sguardo curioso, in quel viso allegro o serio di chi gli si para davanti

. Qualcosa che ci accomuna c'è, eccome c'è. Siamo tutti in cammino, tutti viviamo la stessa umanità, lo stesso cielo e la stessa terra, tutti convergiamo in uno stesso percorso alla fine. Siamo tutti uguali, siamo fratelli e sorelle col medesimo tragitto di vita.

Mi sovviene alla mente una parola osservando questo viavai di gente : benedizione. Benedizione come contrapposizione ad altre difficili parole che hanno un significato che mette apprensione, parole di accusa, giudizio, condanna, difesa, strategia, ripicca.

Se benedire significa augurare il bene di una persona, augurare che quella persona che incontro sia felice, conosciuta o sconosciuta, allora preferisco farlo.

Se tante persone benedicessero, augurerebbero cioè il bene, l'amore, la pace, la felicità ai loro simili ogni volta che se ne presenta l'occasione di incontro anche il pianeta avrebbe un bel vantaggio.

Il pianeta spiritualmente sarebbe influenzato positivamente da questa così bella propagazione di bene.

Anziché dire male e portare questa negatività come un'influenza virale dentro e fuori di noi, ricordiamoci di benedire o dire bene.

Non accompagniamo i nostri passi con simili negatività, non veicoliamo ciò che non porta frutti ma toglie speranza.

Tu che passi per questa via, tu che incroci il mio sguardo, anche se non ti conosco so che appartieni come me ad un uguale destino, ad una uguale chiamata alla Vita, siamo della stessa razza umana.

Tu viandante come me, che tu sia un bambino, un anziano, uomo o donna voglio augurarti tutto il bene possibile, anche tu come me hai le tue pene, anche tu conosci discese e salite, curve e strette vie.

 

Come me spesso camminerai su strade sabbiose che non lasciano impronte, ma se ti capita di percorrere strade terrose di questo pianeta getta semi di speranza come fece quel Pollicino della Favola, briciole di speranza. Le briciole per indicare quel poco, il poco seminato che orienta il cammino di ritorno. Piccoli semi gettati che porteranno frutto per aiutare il viandante e il pianeta che abita a vivere una pace ed una fraternità di cui ce n'è tanto bisogno.